La gastroenterologia (dal greco gaster stomaco, enteron intestino e logos discorso) studia i disturbi e le patologie dell'apparato gastrointestinale, di cui il tubo digerente è il principale componente. Si tratta di un "tubo" irregolare di 8-9 metri di lunghezza che comprende cavo orale, esofago, stomaco, duodeno, intestino tenue, intestino crasso e retto, e che termina nell'ano. Fanno parte dell’apparato digerente anche il fegato, la colecisti, i dotti biliari e il pancreas. Le patologie di questo distretto corporeo sono al primo posto in assoluto come causa di malattia e di ricovero ospedaliero nella popolazione generale, e la maggior parte dei tumori colpisce proprio l’apparato digerente. Lo sviluppo della gastroenterologia è avvenuto principalmente dal XVIII secolo in avanti: nelle epoche precedenti, infatti, osservare e studiare l’interno del corpo umano costituiva un forte ostacolo. Nel Settecento l’italiano Spallanzani fu il primo a dare evidenza sperimentale dell’effetto dei succhi gastrici sul cibo durante la digestione, mentre il viennese Stoll focalizzò le sue ricerche sulla cistifellea. Altre scoperte che segnarono un punto di svolta per le conoscenze umane in materia furono la scoperta dell’acido cloridrico come agente digestivo nei succhi gastrici, e la descrizione minuziosa di molte patologie del tratto digestivo da parte di Rudolph Schindler, che da molti è considerato il padre di questa disciplina. Nel 2005, inoltre, Barry Marshall e Robin Warren vennero insigniti del Premio Nobel per la Medicina grazie alla scoperta dell’Helicobacter pylori (1982-1983), batterio in grado di colonizzare lo stomaco umano che ha un ruolo nello sviluppo dell’ulcera peptica. Anche le innovazioni tecnologiche furono di fondamentale importanza: nel 1805 venne utilizzato per la prima volta uno strumento rudimentale per osservare l’interno del corpo umano, che possiamo considerare il primo esempio di endoscopio, perfezionato nel 1868 da Adolf Kussmaul grazie alle prove effettuate su un mangiatore di spade. Nel 1871 Carl Stoerk fece una dimostrazione del primo esofagoscopio, composto da due tubi metallici telescopici da inserire nel cavo orale. Negli anni 1921-22, Walter Alvarez effettuò invece la prima ricerca di elettrogastrografia. Nel 1957 Basil Hirschowitzintrodusse il primo prototipo di gastroscopio a fibra ottica. Ad oggi tra le principali tecniche diagnostiche figurano il già citato endoscopio, tubo ottico munito di microcamere che permette l’ispezione in tempo reale dell’interno del corpo, utilizzato anche per l’esecuzione di interventi terapeutici e chirurgici; le sonde introdotte per via naso-gastrica, con cui è possibile estrarre campioni di succo gastrico o duodenale per un successivo esame; la laparoscopia, che consente la visione diretta del fegato, della colecisti e del peritoneo; ed infine la biopsia endoscopica. Hanno apportato un grandissimo contributo anche le tecniche radiodiagnostiche, che rendono visibili il lume dei vari tratti del tubo digerente mediante sostanze radio-opache, e la gamma vastissima delle prove funzionali gastriche, intestinali, epatiche e pancreatiche di ordine biochimico, che si avvalgono di analisi chimiche del sangue, delle urine, delle feci e dei succhi digestivi.